DISCALCULIA

DISCALCULIA 

               

I disturbi specifici di apprendimento si manifestano in bambini con adeguate capacità cognitive, uditive, visive e compaiono con l’inizio dell’insegnamento scolastico. Per stabilire la presenza di D.S.A. si utilizza generalmente il criterio della “discrepanza”: esso consiste in uno scarto significativo tra le abilità intellettive (Quoziente Intellettivo nella norma) e le abilità nella scrittura, lettura e calcolo.

 

La discalculia evolutiva è proprio tra i disturbi specifici di apprendimento. La si può definire  come un “disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche che di solito si manifesta in bambini di intelligenza normale e che non hanno subito danni neurologici: essa può presentarsi associata a dislessia, ma è possibile che ne sia anche dissociata”. Se in termini teorici può accadere che un bambino selettivamente presenti uno solo tra questi due disturbi, nell’esperienza clinica è rarissimo incontrare un bambino con discalculia evolutiva che non abbia anche alcune difficoltà nella lettura e nella scrittura. Quando si parla di discalculia occorre fare chiarezza con i termini di uso comune, anche nel mondo della scuola. Gli insegnanti sono abituati a parlare di abilità logico-matematiche, ma in realtà in molte attività legate alla matematica, come la lettura e la scrittura dei numeri o l’apprendimento delle tabelline, occorre un’efficienza nel richiamo e nell’assemblaggio delle componenti numeriche da trattare, senza per questo essere dei buoni logici.

Si parla di discalculia, quindi, facendo riferimento a quelle abilità aritmetiche che non coinvolgono esclusivamente il ragionamento logico (come nel caso di dover decidere quale numero è più grandedi altri) ma che comportano invece l’automatizzazione delle procedure di base, come riescono ad imparare le tabelline, a fare i calcoli in automatico, ad eseguire numerazioni regressive e le procedure delle operazioni aritmetiche.

 Nel disturbo del calcolo possono essere compromesse diverse capacità, incluse quelle “linguistiche”(per esempio comprendere o nominare i termini, le operazioni o i concetti matematici, e decodificare i problemi scritti in simboli matematici), “percettive” (per esempio riconoscere o leggere simboli numerici o segni aritmetici e raggruppare oggetti in gruppi), “attentive”(per esempio copiare correttamente i numeri o figure, ricordarsi di aggiungere il riporto e rispettare i segni operazionali) e “matematiche” (per esempio seguire sequenze di passaggi matematici, contare oggetti e imparare le tabelline). 

Nei bambini discalculici si osservano difficoltà nel leggere e scrivere e 9 ricordare numeri complessi (come quelli che contengono lo zero) o lunghi (come quelli composti da molte cifre). Il 60% dei bambini dislessici è anche discalculico.

 

 

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